Otite cronica e otite media purulenta

Cos’è l’otite cronica

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L’otite cronica rappresenta una patologia delle strutture dell’orecchio caratterizzata da sintomi che variano a seconda dell’entità del processo.
I sintomi legati all’otite cronica sono i seguenti: ipoacusia di grado lieve o moderato, secrezione catarrale talvolta purulenta o mista a sangue che fuoriesce dal condotto uditivo e talvolta dolore localizzato all’interno dell’orecchio Nei casi più complessi, si possono manifestare una serie di sintomi espressione del coinvolgimento delle strutture che si trovano nell’orecchio interno ad esempio vertigine (coinvolgimento dell’organo dell’equilibrio), peggioramento dell’ipoacusia per progressiva sofferenza dell’organo dell’udito, paralisi del facciale ed altre complicanze di tipo neurologico.
L’otite cronica in alcuni casi è conseguente ad un trauma meccanico diretto sul timpano, ma molto più frequentemente è l’evoluzione di otiti acute o croniche catarrali non trattate adeguatamente. L’otite cronica è generalmente a timpano aperto cioè con una perforazione timpanica, ma in alcuni casi il timpano risulta completamente schiacciato sulla parete ossea (otite cronica con atelettasia). Visto il deterioramento uditivo e soprattutto i processi infettivi determinati da questa patologia rendono necessario l’intervento chirurgico di timpanoplastica. L’intervento è anche indispensabile a prevenire riacutizzazioni legate alla penetrazione di acqua o di altri elementi (polvere, sudore, etc.) che possono determinare un’infiammazione dell’orecchio medio.
I quadri di otite media cronica più complessi sono quelli che coinvolgono la catena degli ossicini che può risultare bloccata per depositi di calcio legati alle flogosi recidivanti o interrotta per processi infettivi che portano a necrosi parziale o totale degli ossicini stessi. Questo coinvolgimento della catena ossiculare è da sospettare quando all’esame audiometrico la differenza tra la via aerea e la via ossea supera i 30 dB.

L’otite media purulenta cronica

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Un’altra forma ben più grave di otite cronica è l’otite media purulenta cronica colesteatomatosa.
L’otite media purulenta cronica colesteatomatosa è legata allo sviluppo di tessuto epidermico all’interno delle cavità dell’orecchio medio che si può estendere fino alla mastoide ed alle strutture vicine quali i vasi venosi del collo, il nervo facciale, il sistema vestibolare e la chiocciola (organo dell’udito). L’otorrea è accompagnata da cattivo odore che è espressione della necrosi in atto ed è legata alla sovrainfezione batterica presente nel colesteatoma. Molto spesso il germe coinvolto è lo Pseudomonas Aeruginosa.
Se la diagnosi non è precoce il processo può diffondersi a tutte le strutture cerebrali penetrando in fossa cranica posteriore (cervelletto, angolo ponto-cerebellare ) o in fossa cranica media (lobo temporale) o coinvolgendo strutture vascolari quali la carotide interna, il seno sigmoideo o il golfo della giugulare e quindi, da patologia limitata all’orecchio, diventa una patologia anche di tipo neurologico con gravi ripercussioni sulla salute del paziente.

Come trattare l’otite media purulenta


La terapia del colesteatoma è assolutamente chirurgica. Non esistono alternative alla chirurgia. E’ necessaria un’asportazione completa del colesteatoma che rispetti i criteri di radicalità (asportazione completa), ma che preservi o contemporaneamente sia indirizzata anche al recupero della funzione uditiva.
L’intervento per otite colesteatomatosa ha come presupposto una dissezione e quindi un’asportazione creando meno demolizione possibile di queste delicate strutture, ricostruendo con materiale cartilagineo il difetto osseo indotto dal colesteatoma. La ricostruzione della catena ossiculare si può eseguire durante l’ intervento o rimandare successivamente per ottenere un migliore recupero uditivo.
Il colesteatoma di per sé può avere delle recidive per cui talvolta il chirurgo deve reintervenire. L’incidenza delle recidive è lievemente più alta nei bambini proprio per la maggiore aggressività ed invasività del colesteatoma in età infantile. La storia, l’otomicroscopia, una TC nonché la Risonanza Magnetica con la tecnica della diffusione lenta danno delle informazioni precise per diagnosticare l’otite media cronica colesteatomatosa e possibili recidive. Il ruolo della TC risulta quasi inutile nel caso delle forme semplici, asciutte, in cui è presente solo perforazione della membrana timpanica o necrosi della catena degli ossicini.